L’Artemide è stata coinvolta per l’animazione musicale dell’evento dell’inaugurazione dell’Oratorio di San Rocco a Crespina..il 17 MAGGIO 2008.

Visto il carattere storico ci siamo affidati alla nostra socia Elena Rappazzo, insegnante di canto moderno e che interverrà con alcuni colleghi dell’Ensemble di musica medioevale “Gaia Chansso” .

Pertanto mi sembra doveroso scrivere qualcosa in merito all’evento.
Lamento il fatto che l’evento non è stato molto pubblicizzato mentre si tratta, per il nostro territorio, di un importante segno di attenzione alla tradizione, alla cultura e all’arte. 

Su internet ho trovato il blog di un “appassionato” cenaiese ed utilizzo alcune righe del suo blog per raccontare di San Rocco: 

“Era l’inizio del 1600, la Toscana, specie il piano di Pisa, era infestata dalla malaria. La gente si rifugiava da sempre sui poggi, ma da l° non si riparava da un altro spettro: la peste.
In quegli anni il 70% della popolazione ne fu colpito e interi borghi si ridussero a vivere nel supplizio e nel lutto.
Il Comune di Crespina non ebbe vittime!
Così gli abitanti decisero di erigere una chiesa in onore a S. Rocco per rendere grazie a quel Santo per avere esercitato la sua intercezione verso la Divina Provvidenza in favore di quel popolo.
Da allora quel chiesino realizzato con le  ‘pietre spoglie’ della vicina pieve di val d’Isola decaduta a quel tempo da almeno due secoli e di cui non se ne trova più traccia, non ebbe mai nessuna opera di manutenzione.
Un vecchio artista ormai in via di spengere le cento candeline ha testimoniato recentemente che si ricordava della chiesa di S. Rocco in via di degrado già da quando era piccolo.
Quest’anno è partita l’opera di recupero di questo piccolo gioiellino artistico immerso nel verde delle colline pisane.
L’opera riporterà decenza al piccolo edificio, e con la Soprintendenza di Pisa è stato avviato uno studio per cui il restauro sia filologico, ovvero di ripristino dello stato originario. Compreso quello dell’affresco interno e dell’altare, opere di singolare bellezza e unicità per il periodo a cui si riferiscono. In più c’è anche il consolidamento statico che ne garantirà l’integrità per i prossimi secoli.

Perchè questa storia?
Perchè noi Toscani siamo ricchi. Ricchi di testimonianze storiche, beni artistici, misericordia, ma anche ricchi di contraddizioni, campanilismo, ira e litigiosità.
Il chiesino era reclamato dai Crespinesi da anni e anni, ora il recupero è partito con lavori che procedono nei tempi e nelle forme stabilite dalla Soprintendenza di Pisa.


Và levata una voce per riconoscere lo sforzo di questa piccola amministrazione, che comunque ha saputo trovare i fondi per i lavori.”

“Durante il restauro sono affiorati degli affreschi che per chissà quale scherzo della storia, vennero prima scalpellinati e poi intonacati e nascosti. Rappresentano un periodo storico (il seicento) non molto documentato per la provincia di Pisa, per cui rivestono anche una buona scoperta scientifico culturale. Saranno recuperati per intero con la supervisione della Soprintendenza di Pisa e restituiti al loro originario splendore.”(commenti tratti dal blog: http://maxiv70.blogs.it)

 

Allego il link di un articolo molto ben fatto sulla scoperta degli affreschi e sui misteri ancora non rivelati di San Rocco a Crespina.

Articolo de “Il Tirreno” di Francesca Suggi.